
Il convento dei frati minori fu fondato, come l'annessa chiesa, nel 1614 per volere dell'allora feudatario il duca Revertera, a seguito dell'arrivo a Sant'Antimo di alcuni frati riformati di S. Francesco.
Nel corso di quattro secoli il convento ha subito varie modifiche: infatti, in origine aveva un cortile ed un esteso giardino, espropriato in seguito alla costruzione dell'attuale via Martiri di via Cardinale Verde.
Ancora nel 1866, con l'entrata in vigore delle leggi eversive (tutti i beni appartenenti ad enti morali, chiese collegiate, capitoli di chiese cattedrali furono vendute allo Stato), ciò che rimaneva del giardino fu venduto a privati.
Dal 1869 negli spazi del convento trovarono collocazione l'Ospedale civico, l'asilo, l'orfanotrofio e le scuole elementari; rimasero al rettore del convento e ai frati per il mantenimento del culto solo alcune stanze.
Nel 1909 il vescovo di Aversa, Mons. Francesco Vento, acquistò con legale contratto il convento e l'annessa chiesa, e per alcuni anni in esso trovarono ospitalità una comunità di padri salesiani. Infine, nel 1914 il convento fu ceduto ai frati di S. Pietro ad Aram. Dal 1990 al 1995 il convento ha ospitato una comunità di recupero per tossicodipendenti, ma dal 1996 si è assistito al ritorno dei frati minori.
Il convento e la chiesa sono stati quindi restaurati, e finalmente si è fatta luce sulle molte testimonianze presenti nel sito. Gli affreschi del chiostro risalgono al XVII secolo - di non altissima qualità e raffiguranti storie legate al nome di S. Francesco - e non è da escludere che parte di essi siano stati già restaurati '700. Certo è che fino al 1926 dovevano essere visibili, in quanto citati in una fonte coeva; in un altro lavoro sulle origini del paese e dei suoi monumenti non viene fatta menzione di questi affreschi, in quanto erano completamente coperti da intonaco, tanto è vero che si ritenesse che fossero andati perduti. La facciata della chiesa, articolata in tre piani, è decorata con stucchi barocchi.
Internamente è ad una sola navata con cappelle a destra e sinistra decorate con stucchi, affreschi e marmi policromi; d'interessante valore storico-artistico sono il Crocifisso nell'omonima cappella realizzato nel 1686 da Fra' Francesco Scilla su commissione del feudatario del luogo Tommaso Ruffo; la pala seicentesca collocata sull'abside dietro l'altare raffigurante la Vergine del Carmelo; i due cori lignei settecenteschi e i dipinti delle volte realizzate da Raffaele Iodice tra gli anni '30 e '50 del 1900.
A cura della Dott.ssa in Conservazione dei BB.CC. Raffaela Fiorillo.
*Le immagini presenti in questa pagina sono state tratte dal testo Maggio, Petito, "Convento e Chiesa del Carmine", Pro Loco Sant'Antimo, Dicembre, 1998.